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lunedì 2 gennaio 2017

"Il GGG - Il Grande Gigante Gentile" di Spielberg conquista occhi e cuore

di Emanuela Andreocci

Dall'incontro tra due dei più grandi narratori dell'ultimo secolo - Roald Dahl (1916-1990) e Steven Spielberg - non potevamo che immaginarci un prodotto di alti livelli, infatti Il GGG - Il Grande Gigante Gentile non delude le aspettative, ma conquista fin da subito vista e cuore.

Come Sophie (Ruby Barnhill) osserva tutto con occhi curiosi e attenti, compresa la sua bella casa delle bambole, fantasia di un mondo diverso, e migliore, di quello che lei conosce e vive, così il GGG, guarda all'interno dell'orfanotrofio dove l'intelligente bambina si trova. Si muove furtivo, nell'ombra della notte, in tipiche atmosfere londinesi, ma quando viene visto, può fare un'unica cosa: rapire la ragazzina e portarla nel Paese Dei Giganti. 
Il primo approccio tra i due non è certamente dei migliori, ma non ci vuole molto prima che Sophie capisca non solo che si può fidare dell'omone gentile che parla in modo tanto strano quanto adorabile, ma anche che ha finalmente trovato un amico, un'anima affine con cui condividere le emozioni e, nonostante tutto, parlare la stessa lingua.

La trama è molto semplice, talvolta anche molto lenta nel suo svolgersi, ma tocca punti di profonda sensibilità e di fine humour, la cui punta più alta e divertente è costituita da un irresistibile pranzo con la regina (Penelope Wilton).

La magia del film si può racchiudere in alcune immagini che rimangono impresse nella mente - e di nuovo nel cuore - degli spettatori: il viso dolce e buono del GGG (Spielberg ha scelto Mark Rylance il primo giorno di riprese de Il Ponte delle Spie e l'attore si è ovviamente dimostrato un'eccezionale interprete anche con la performance capture), il suo laboratorio e, soprattutto, il Paese dei Sogni, ma gli spettatori si ricorderanno anche il GGG e il suo buffo mimetizzarsi nella Londra notturna, la corsa a grandi falcate verso il suo paese e gli scontri con i suoi simili.

Nelle storie di Dahl c'è molto humour ma anche un lato oscuro, ed è così che la pellicola affronta il problema del solo e dell'emarginato, temi che, a ben pensarci, non possono non ricordare Hook: la bambina vive in un posto in cui si sente continuamente sola, il gigante in un paese dove i suoi simili sono molto più grossi e cattivi di lui e lo "bullizzano". Dal canto suo il GGG, impassibile, continua a sorridere alla vita e a fare il proprio lavoro: catturare i sogni. E la stessa cosa fa Spielberg: intercetta i desideri dei bambini (e dei grandi), li unisce al romanzo di Dahl (facendosi aiutare dalla sceneggiatrice Melissa Mathison) e li soffia sulla platea, donando sicuramente un caldo sorriso.

In sala dal 30 dicembre 2016.






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