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mercoledì 7 dicembre 2016

“Captain Fantastic”: l’utopia di Viggo Mortensen

di Silvia Sottile

Presentato al Festival di Cannes 2016 (dove il regista Matt Ross ha vinto il premio per la miglior regia nella sezione Un Certain Regard) e accolto trionfalmente a ottobre alla Festa del Cinema di Roma (alla presenza dell’attore protagonista Viggo Mortensen, per i più l'Aragorn de Il Signore degli Anelli) dove si è aggiudicato il premio BNL del pubblico al miglior film, Captain Fantastic è a nostro avviso una delle migliori pellicole dell’anno.

Ben Cash (uno straordinario Viggo Mortensen) è un padre che vuole crescere i suoi 6 figli fuori dal mondo, lontano dalla società moderna, a stretto contatto con la natura. La famiglia Cash vive infatti in completo isolamento in una foresta del Pacifico nord-occidentale. A causa di un tragico evento, Ben deve necessariamente tornare nel mondo esterno e i suoi figli si troveranno a contatto con una realtà che non conoscono, fatta di pericoli ed emozioni a cui non è facile adattarsi. Di conseguenza Ben si trova costretto a riesaminare le sue idee e convinzioni, a porsi domande su cosa sia giusto e cosa sbagliato quando ci sono di mezzo i figli, a rivedere il suo modo di essere genitore e a valutare se sia il caso di accettare dei compromessi.

È inutile girarci intorno: Captain Fantastic è a tutti gli effetti un capolavoro del cinema indipendente. Trainato da un protagonista in forma smagliante (quanto mai affollata la categoria del miglior attore quest’anno agli Oscar, ma fosse per noi un posticino per Mortensen ci sarebbe di sicuro), che riesce a reggere sulle sue spalle, senza cedimenti, il peso dell’intera pellicola, il film mette in luce anche il talento dei giovanissimi attori che interpretano i figli di Ben. Ad eccezione di George MacKay (Bo Cash, il primogenito) e Annalise Basso (Vespyr Cash), per gli altri è stata la prima esperienza cinematografica e se la sono cavata davvero tutti egregiamente. Da segnalare nel cast anche Kathryn Hahn e il candidato all’Oscar Frank Langella (Frost/Nixon di Ron Howard), il cui ruolo, sebbene limitato, è di importanza fondamentale.

Questa figura straordinaria e decisamente originale di padre nella foresta, fautore del libero dialogo, della libertà di pensiero  e di opinione (tipica  della cultura liberale), convinto  che vada detta sempre e comunque la verità, che educa i figli alla lettura di grandi classici e difficili testi filosofici, ma li sottopone anche a duri allenamenti fisici e li istruisce nell’uso delle armi fin da piccoli, è dipinta a tutto tondo. Ne viene evidenziato il fascino, ma anche i limiti, che emergono nel momento in cui le sue idee e la sua utopistica concezione della società ispirata alla Repubblica di Platone, si scontrano con la moderna civiltà occidentale, rendendo necessaria una mediazione.

Il messaggio trasmesso dalla pellicola è certamente molto forte: partendo dalla netta critica nei confronti del consumismo, si porta lo spettatore a riflettere su molti aspetti della vita che diamo per scontati e a porsi grandi interrogativi sulle scelte educative che facciamo ogni giorno. Meravigliosa la fotografia di Stéphane Fontaine che pone l’accento sui colori della natura regalandoci paesaggi mozzafiato.

Captain Fantastic, al cinema dal 7 dicembre, è un film stupendo, un gioiello cinematografico da non perdere assolutamente. Si riflette, ci si commuove, eppure ci sono anche momenti in cui si ride. Di sicuro è una pellicola che emoziona e non lascia indifferenti.

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