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giovedì 3 novembre 2016

“In bici senza sella”: i giovani e il lavoro precario

di Silvia Sottile

Nato da un’idea di Alessandro Giuggioli, che è anche interprete e produttore, In bici senza sella è un film in sei episodi (diretti da 7 registi) che racconta in chiave ironica e grottesca il mondo dei giovani, il precariato e le difficoltà di trovare, ma anche di mantenere, un lavoro, mettendo in mostra apertamente certe assurde dinamiche del settore che i giovani di oggi purtroppo ben conoscono, ipotizzando anche soluzioni alternative.

Supporter d’eccezione di questo progetto è il premio Oscar Colin Firth, cognato di Giuggioli, che ha seguito le varie fasi di lavorazione, durate ben 4 anni, ed ha sponsorizzato personalmente il film con la sua presenza alla facoltà di Economia dell’Università di Roma La Sapienza in occasione di una proiezione in anteprima seguita da un dibattito con gli studenti sui giovani e il lavoro.
Anche il titolo della pellicola vuol far riflettere sul fatto che l’attuale generazione alla ricerca di un lavoro si trova a dover “pedalare” in condizioni proibitive, “senza sella”, per l’appunto. Vediamo meglio quali sono e cosa si racconta in queste sei storie tanto grottesche quanto realistiche (almeno negli assiomi di partenza), al termine delle quali la risata è di certo amara.

Santo Graal (di Giovanni Battista Origo con Edoardo Pesce, Riccardo De Filippis e Alberto Di Stasio) è la storia di due giovani che si arrangiano come possono sgomberando cantine e soffitte e un giorno si trovano tra le mani il Santo Graal, ma rinunciano all’immortalità pur di non rischiare di trascorrerla nel precariato.

I precari della notte (di Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti con Alessandro Giuggioli, Luca Scapparone, Michele Bevilacqua e Flavio Domenici) racconta di improbabili lotte clandestine tra precari, cassintegrati e lavoratori in nero.

Curriculum Vitae (di Matteo Giancaspro, con Flavio Domenici, Francesco Montanari e Stefano Ambrogi) espone il ben noto problema del sentirsi dire ai colloqui di essere “troppo qualificati” mentre in Crisalide (di Cristian Iezzi e Chiara De Marchis, con Emanuela Mascherini, Alberto Gimignani e Remo Stella) vengono declinate le difficoltà al femminile nel mantenere il posto di lavoro, come ad esempio in caso di una gravidanza.

Il parassita (di Francesco Dafano con Alessandro Giuggioli e Ciro Scalera) e Il posto fisso (di Sole Tonnini con Michele Bevilacqua, Luca Scapparone e Edoardo Sala) trovano due diverse e paradossali soluzioni al precariato.

Vanno indubbiamente premiati gli sforzi produttivi di Giuggioli (grazie anche al finanziamento tramite crowfunding) e di attori e registi, per aver soprattutto affrontato un argomento caldo e urgente con questo interessante progetto. Purtroppo però In bici senza sella, in sala dal 3 novembre, offre poco a livello cinematografico, soffrendo proprio per le difficoltà economiche sia in fase di produzione che di realizzazione: ad esempio sceneggiatura e fotografia sono qualitativamente scadenti, la stessa recitazione appare un po’ troppo sopra le righe. Si  rivela inoltre una pellicola piuttosto scollata e poco coinvolgente anche a livello di trama a causa dell’eccessiva frammentarietà degli episodi. Offre giusto qualche risata e uno spunto, decisamente dal retrogusto amaro, per riflettere.

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