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mercoledì 27 aprile 2016

“The Dressmaker – Il Diavolo è tornato”: la vendetta di Kate Winslet

di Silvia Sottile

The Dressmaker – Il Diavolo è tornato, tratto dall’omonimo romanzo di Rosalie Ham (edito in Italia da Mondadori), può essere considerato un commedia nera che tuttavia racchiude al suo interno altri generi cinematografici. La regista stessa (l’australiana Jocelyn Moorhouse) ne ha curato la sceneggiatura, scritta pensando già all’attrice che avrebbe interpretato il ruolo principale, Kate Winslet.

Le vicende si svolgono in Australia, a Dungatar (un piccolo paese immaginario dell’entroterra), nel 1951: Tilly Dunnage (il premio Oscar Kate Winslet) torna, dopo anni passati in Europa, nel suo paese d’origine da cui si era dovuta allontanare a causa di un terribile evento di cui è ritenuta colpevole ma che lei non ricorda. Torna per stare accanto alla madre Molly detta “la pazza” (Judy Davis), per fare i conti col suo passato ma soprattutto per vendicarsi dell’ipocrisia e della falsità della gente di Dungatar. Come? Con i suoi meravigliosi abiti. Tilly, infatti, ha vissuto a Parigi dove ha perfezionato la sua abilità a cucire, è in grado di dar vita a vestiti all’ultima moda realizzati su misura e usati quasi come fossero armi contro i suoi detrattori, una battaglia a colpi di creazioni da sogno per smascherare anni di segreti e bugie. Altri due personaggi interessanti sono il bel giocatore di football Teddy McSwiney (Liam Hemsworth) – per  la serie “anche l’occhio vuole la sua parte”, del resto cosa c’è di meglio che ammirare Liam Hemsworth a torso nudo? – e soprattutto l’originale sergente Farrat (Hugo Weaving).

Già dai nomi degli attori protagonisti si evince che si tratta di una pellicola di qualità, scritta anche bene, soprattutto per i primi due terzi. The Dressmaker ha infatti un inizio scoppiettante e divertente, carico di ironia, humour  nero e una comicità grottesca che ben si sposa con la brillante recitazione delle due straordinarie protagoniste: le scene tra madre e figlia (bravissime la Winslet e la Davis) e il loro rocambolesco rapporto sono il fulcro del film, insieme alla stravaganza di Hugo Weaving in un ruolo simpaticissimo e convincente (che a tratti richiama la sua interpretazione in Priscilla, la regina del deserto). Gli abiti, poi, sono il pezzo forte. Si tratta di un personaggio a tutti gli effetti, anche tra i più importanti ai fini della trama: vestiti splendidi di ogni stoffa, taglio e colore, grazie all’impeccabile lavoro sartoriale delle due costumiste, Marion Boyce e Margot Wilson (che ha vestito esclusivamente Kate Winslet, una vera Diva).

In un film incentrato sulla vita in un piccolo paesino, in cui gli abiti e i colori hanno un ruolo così importante, non poteva essere da meno la fotografia che fin dalle prime immagini cattura positivamente l’occhio dello spettatore. D’altronde la professionalità di Donald M. McAlpine è ben nota. Tra i suoi lavori ricordiamo Moulin Rouge! (che gli è valso una nomination agli Oscar) e Romeo + Giulietta di William Shakespeare. Impeccabili anche musiche e scenografie che contribuiscono a creare la giusta atmosfera.

Ad un certo punto, ben oltre la metà del film, c’è un cambio di registro totalmente inaspettato: la commedia tagliente si fa all’improvviso dramma sentimentale con la pecca di qualche scelta discutibile e poco convincente di sceneggiatura che poteva essere evitata. Una in particolare, che stona. Si tratta forse di un pretesto necessario per un finale che si riallinea agli intenti iniziali, giustamente cattivo, grottesco, a tratti persino pulp e sopra le righe. Una conclusione decisamente azzeccata.


The Dressmaker – Il diavolo è tornato, nelle nostre sale dal 28 aprile, è una divertente commedia nera, che con ironia e umorismo non manca di sottolineare drammi umani e realtà pregne di cattiveria e ipocrisia. Regala indubbiamente due ore piacevoli e risate genuine anche se forse una durata di poco inferiore l’avrebbe reso quasi perfetto. 

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