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venerdì 11 marzo 2016

“Ave, Cesare!”: l’omaggio ironico dei fratelli Coen all’Età d’Oro di Hollywood

di Silvia Sottile

Presentato al Festival di Berlino 2016, Ave, Cesare! ha aperto la 66esima edizione della Berlinale facendo subito parlare di sé. La pungente ironia di Joel ed Ethan Coen (registi, sceneggiatori  e produttori) questa volta va a posarsi sull’Età d’Oro di Hollywood, dando vita a una sorta di omaggio che prende in giro, svela i retroscena e contemporaneamente esprime un infinito amore per quell’epoca.

Siamo a Hollywood, dunque, agli inizi degli anni ’50. Il protagonista è Eddie Mannix (Josh Brolin), il fixer dei fittizi Capitol Studios, ovvero colui che si occupa di far filare tutto liscio nelle varie produzioni e soprattutto di tenere lontani dagli scandali gli attori del grande studio cinematografico. In pratica deve risolvere il possibile e l’impossibile. Baird Whitlock (il premio Oscar George Clooney) è una star indiscussa, protagonista del colossal biblico su Gesù Ave, Cesare! (pellicola che a sua volta dà il titolo al film), nel quale interpreta un pretoriano che si convertirà, ma sparisce improvvisamente, rapito da un misterioso gruppo che si fa chiamare “Il Futuro”. Poi c’è la starlette DeeAnna Moran (Scarlett  Johansson), le cui acrobazie in piscina ricordano Esther Williams, alle prese con una gravidanza fuori dal matrimonio. Hobie Doyle (Alden Ehrenreich) è un attore specializzato in film western ma lo Studio vuole cambiargli immagine piazzandolo in un elegante dramma da salotto, facendo così perdere la pazienza al pignolo regista britannico Laurence Lorenz (Ralph Fiennes) date le scarse doti recitative del giovane. 
Burt Gurney (Channing Tatum) è un abile ballerino interprete di brillanti coreografie musicali (lo vediamo ballare il tip-tap vestito da marinaio in omaggio ai musical dell’epoca: come non pensare a Gene Kelly?) ma ultimamente si comporta in modo strano e forse nasconde un inaspettato segreto. In tutto ciò Mannix deve anche tenere a bada due sorelle gemelle giornaliste (che ovviamente si occupano di gossip), Thora e Thessaly Thacker (il premio Oscar Tilda Swinton) o, meglio ancora, rivelar loro ciò che vuole far sapere, purché sia utile all’immagine da costruire. Nel cast stellare anche l’attrice premio Oscar Frances McDormand (la montatrice C.C. Calhoun), Jonah Hill (il fidato Joseph 'Joe' Silverman) e un ritrovato Christopher Lambert (il regista Arne Slessum).

Il film va avanti ad episodi – tutti molto divertenti  e con risvolti comici o grotteschi – che esplorano con mirata precisione i vari generi cinematografici dell’epoca, con un’accuratezza di dettagli, a partire dai diversi costumi e dalle scenografie costruite ad hoc, che denota una perfetta conoscenza del settore. Il collante, la presenza che dà omogeneità al tutto, è la figura chiave di Mannix, perennemente in cerca di una soluzione ottimale per ogni vicenda, interpretato da un Josh Brolin in forma smagliante. Sebbene i ruoli siano piuttosto stereotipati, è sempre piacevole vedere Clooney nei panni di un attore tanto bravo quanto stupido o la Swinton in un surreale doppio ruolo. Fiennes mostra sempre la sua classe e ci regala uno dei siparietti più divertenti della pellicola mentre cerca di far ripetere ad un sorprendente  Ehrenreich una battuta con il tono giusto (da gustare, se possibile, in versione originale). Davvero esilarante la scena del dibattito teologico in cui Mannix prova a convincere vari esponenti religiosi ad appoggiare il film biblico. Si nota anche un netto riferimento al recente Trumbo dando spazio sullo schermo ad un gruppo di sceneggiatori comunisti, tra leggera critica e tanta ironia. Belle, vivaci, coinvolgenti e senza dubbio adattissime le musiche di Carter Burwell che accompagnano la pellicola.

L’abilità di Joel ed Ethan Coen (4 Oscar all’attivo tra Fargo e Non è un paese per vecchi) sta proprio nell’omaggiare e insieme sbeffeggiare il mondo del cinema anni ’50. Ave, Cesare!, nelle nostre sale dal 10 marzo, si rivela una ironica e divertentissima commedia metacinematografica,  una satira irriverente che al contempo denota con forza tutto l’amore per l’Età d’Oro di Hollywood.


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