Parliamo di...

giovedì 22 ottobre 2015

"Dark Places": il doloroso ritorno di Libby nei suoi luoghi oscuri

di Emanuela Andreocci

Soggettiva, interno notte, pixel sgranati. "Ti voglio bene Libby, ti voglio bene topolina".
Così inizia Dark Places - Nei luoghi oscuri di Gilles Paquet-Brenner, così inizia il tormento interiore di una donna (Charlize Theron) che, ormai grande, pensa di essersi lasciata alle spalle gli incubi di quella terribile notte nella quale morirono madre e sorelle. 
Libby, però, non si è mai realmente ripresa: diffidente verso tutto e tutti, vive di stenti, il suo unico sostentamento è dato dalla generosità delle persone che negli anni le hanno offerto affetto e sostegno economico e dai proventi del suo libro. Ma le disgrazie, come le mode, passano: la sua, risalente ormai a 25 anni fa, deve cedere il posto a quelle nuove e i soldi non arrivano più come un tempo. Decide, allora, di accettare l'offerta di Lyle (Nicholas Hoult), un ragazzo, apparentemente psicopatico e potenzialmente pericoloso, che invece si dimostra essere solo un grande appassionato di crimini insoluti. Presidente del Kill Club (formato da altri membri "risolutori" tra cui professionisti non più esercitanti), è convinto che la deposizione di Libby sulla colpevolezza del fratello Ben (Corey Stoll da adulto, Tye Sheridan da ragazzo) non sia vera. Qualcosa non quadra, ed in prigione potrebbe esserci un innocente.

Libby, estremamente rancorosa nei confronti del fratello ("Dai 7 anni in poi ho visto Ben solo nei lampi di memoria: una presenza malvagia in una casa stregata"), si sforza di assecondare la pazzia del gruppo esclusivamente per questioni economiche, ma poi comincia ad avere anche lei stessa dei dubbi. La presa di coscienza della donna progredisce insieme alla tensione, che diventa sempre più palpabile. Il processo, però. è estremamente doloroso: è necessario infatti tornare con la memoria nei luoghi oscuri della mente, luoghi ad alto rischio. Ed ecco che spuntano fuori altre persone con cui è necessario tornare a confrontarsi: il padre che li ha abbandonati da piccoli ("Immagino quanto dica di me il fatto che mio padre viva in una discarica") e Diondra (Chloe Grace Moretz), la ragazza di Ben dell'epoca di cui sapeva ben poco, anzi niente.

Tratto dall'omonimo romanzo di Gillyan Flynn (autrice di Gone Girl - L'amore bugiardo), Dark Places riporta con la memoria ad un thriller investigativo di altri tempi, ormai caduto in disuso, ma recuperando il genere lo rinnova e lo rende originale. La Theron interpreta magistralmente Libby: la sua bellezza (che ovviamente non può non trapelare) cede il passo alla durezza del suo carattere, ostentato anche da un abbigliamento mascolino e rock che le fa da armatura verso il mondo esterno che l'ha così tanto ferita. Hoult (cha dal piccolo Marcus Brewee di About a Boy ne ha fatta di strada) dopo Mad Max: Fury Road si ritrova nuovamente a lavorare con l'attrice in maniera convincente. La scrittura è pulita e lineare, racconta gli eventi aggiungendo sempre un tassello in più verso la risoluzione del caso, in un crescendo di pathos e partecipazione. La scelta estetica - anch'essa dal sapore rétro - di rendere immediatamente riconoscibili passato e presente è funzionale alla causa e aiuta lo spettatore a comprendere meglio la protagonista e la vita che ha dovuto subire.

Nelle sale dal 22 ottobre. Da non perdere.

Nessun commento:

Posta un commento