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martedì 29 settembre 2015

“Io e lei”: una “normale” storia d’amore tra due donne

di Silvia Sottile

Dopo Viaggio da sola (2012), Maria Sole Tognazzi vuole fortemente tornare a lavorare con la straordinaria Margherita Buy. L’occasione si presenta subito, questa volta in coppia con Sabrina Ferilli che sembra approdata ad una seconda giovinezza professionale dopo il film premio Oscar La grande bellezza (2013) di Sorrentino.

Ogni riferimento (in quanto a ispirazione) a Il vizietto di papà Ugo, non è per niente casuale, come la stessa regista ammette con emozione durante la conferenza stampa romana. Io e lei è un film che racconta con delicatezza (forse per la prima volta in Italia) una storia d’amore tra due donne mature che vengono da percorsi diversi e convivono da 5 anni: Marina (Sabrina Ferilli), ex attrice, ora nel commercio enogastronomico, è una donna esuberante, sicura della sua sessualità, mentre Federica (Margherita Buy) è architetto, ha un figlio ormai adulto (Bernardo – Domenico Diele), un ex marito (Sergio – Ennio Fantastichini), è riservata e si vergogna ancora di esternare in pubblico i suoi sentimenti.  La crisi vera e propria avviene in seguito al tradimento di Federica con un uomo (Marco – Fausto Maria Sciarappa). Ne segue tutto il percorso interiore delle due donne, insieme e singolarmente, per riflettere sulla propria vita, sull’amore, sul loro rapporto e su cosa vogliono davvero. Soprattutto, la domanda più urgente a livello emotivo è: dove e con chi si trova la felicità?

Si tratta dunque di un film sentimentale in piena regola, narrato con le lenti della commedia. Si ride di cuore e si riflette, attraversando con sapienza tutte le tipiche fasi delle commedie romantiche, ma non per questo la pellicola perde in tono né in freschezza, merito della solida sceneggiatura e della regia che affronta la storia col cuore, con garbo, e in punta di piedi. Quello che ci viene mostrato non è l’eccezionalità del rapporto tra queste due donne né tanto meno il film indugia (come il recente La vita di Adele, presentato a Cannes nel 2013) su scene di sesso, tutt’altro: quello che emerge è la normalità di una tenera storia d’amore, di vita condivisa tra due persone (indipendentemente dal loro sesso) che si amano e vivono insieme la loro quotidianità. Tanto che ad un certo punto, man mano che la storia si sviluppa, quasi ci si dimentica che si tratta di due donne. Questa normalità non è assolutamente a discapito della storia, che si mantiene credibile e si evolve in maniera fluida, con coraggio, dinamismo ed estrema delicatezza, regalandoci momenti di sicura comicità e altri di profonda commozione: si ride e ci si emoziona con Marina e Federica. 

Unico piccolo neo è che gli uomini ne escono un po’ male, vittime di qualche cliché (ironico) di troppo, ma sarà poi un aspetto così fuori dalla realtà? Ottima la prestazione delle attrici protagoniste: la Buy conferma ancora una volta di essere la migliore attrice italiana contemporanea e la Ferilli, con la sua innata simpatia, si mostra all’altezza. Le due, insieme, sono irresistibili. Impeccabile Ennio Fantastichini, nonostante il suo sia solo un ruolo di secondo piano, ma tutto il cast di contorno regge davvero bene.


Io e lei, al cinema dal 1 ottobre, si fa guardare con piacere e naturalezza, ma non nasconde una sua anima politica: forse in un paese arretrato (da questo punto di vista) come l’Italia è ora di far qualcosa per il riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali ed è quanto regista e cast auspicano (neanche troppo velatamente) sentendosi partecipi con questo contributo culturale.


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