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lunedì 29 dicembre 2014

"American Sniper": Clint Eastwood, come Chris Kyle, non sbaglia un colpo.

di Emanuela Andreocci

Clint Eastwood, Bradley Cooper e Sienna Miller portano sul grande schermo la toccante e vera storia di Chris Kyle, il cecchino degli U.S. Navy SEAL divenuto leggenda per la sua mira infallibile che gli ha permesso di salvare innumerevoli vite. American Sniper, tratto dall'omonima autobiografia scritta da Kyle in persona insieme a Scott McEwan, racconta il coraggio, l'orgoglio e la dedizione di un giovane ragazzo di sani principi (Dio, Patria, Famiglia) e dalla chiara visione di come va il mondo: esistono le pecore, i predatori e i cani da pastore, che proteggono chi amano. Quest'ultima è sicuramente la sua strada: il fu cowboy texano decide di mettere la sua vita e le sue doti al servizio degli Stati Uniti d'America, fiaccati prima da vari attentati in alcune sede diplomatiche e poi colpiti al cuore con l'attacco alle Torri Gemelle. Dopo un durissimo allenamento avrà l'onore di entrare nelle Forze per Operazioni Speciali della Marina in missione in Iraq e gli sarà affidato il compito che porterà avanti per tutta la vita: proteggere i suoi commilitoni - che diverranno suoi fratelli - e guardare le spalle ai Marines di terra. In poche parole: uccidere il nemico prima che avvenga il contrario.

Chris Kyle, però, non è solo la Leggenda, ma è anche un marito e padre di famiglia: come si può coniugare una vita privata alternandola con quattro missioni tra orrori e barbarie? Si può essere un cecchino freddo e razionale sul campo di battaglia e poi tornare ad abbracciare i propri cari con lo stesso cuore con cui si è partiti?

Bradley Cooper, a detta di tutti coloro che hanno avuto modo di conoscere Kyle, si è dedicato totalmente al suo compito e, onorato di poter interpretare un personaggio così positivo e complesso, ha cercato di ricordarlo in tutto: voce, movimenti, respiro, fisicità. 

Clint Eastwood si dedica al nuovo selvaggio western del medio oriente e, nell'attimo che precede uno sparo, riesce a farci conoscere il protagonista, ripercorre il suo passato e lo colloca nel preciso posto e momento in cui deve trovarsi, dando vita ad un ritratto emozionante e commovente. Con abilità racconta le due facce della stessa medaglia: la guerra, gli allenamenti, le armi, la preparazione al colpo sono trasportati sullo schermo con dovizia di particolari ed estremo realismo, ma allo stesso tempo scandaglia l'animo umano di Kyle, soldato e uomo, sia durante la sua permanenza in Iraq, sia e, soprattutto, a casa, quando è tormentato dai rumori, dagli spostamenti impercettibili, dalle notizie in televisione. La sua unica possibilità di ritrovare la via del ritorno è ascoltare la voce della moglie che, grazie anche ai telefoni satellitari, è l'unica costante positiva in uno scenario di odio e violenza in cui viene addirittura messa una taglia sulla sua vita. Il cecchino diviene quindi bersaglio di un suo "collega" siriano, ex olimpionico e alleato con gli insorti, che lo segue in silenzio, proprio come un sordo tormento interiore.

American sniper rende omaggio a tutti i militari che hanno combattuto per una giusta causa, a quelli che sono morti inseguendo un ideale e a coloro che hanno fatto ritorno a casa ma che solo con difficoltà e impegno sono (forse) tornati alla serenità di una vita normale. 
Una pellicola da vedere tutta d'un fiato, senza far rumore.

Dal 1 gennaio al cinema.









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