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giovedì 13 novembre 2014

"Lo sciacallo" e la morte in-diretta

di Emanuela Andreocci

Esce oggi nelle sale italiane Lo sciacallo di Dan Gillroy, pellicola che vede come protagonista assoluto Jake Gyllenhaall nei panni di Lou Bloom, un logorroico psicopatico travestito da innocente ragazzo volenteroso e scaltro.
Il regista e sceneggiatore, per la prima volta dietro la macchina da presa per un film sul grande schermo, di certo sa non solo come utilizzarla al meglio, ma addirittura come riuscire ad enfatizzarne l'uso e le possibilità tanto da costruirci sopra un intero film. 

Protagonista, lo abbiamo già detto, è Jake Gyllenhaall: a 13 anni di distanza da Donnie Darko, l'attore ha dimostrato di avere talento e versatilità che, uniti ad una fisicità decisamente interessante ma allo stesso tempo alquanto particolare, gli hanno permesso di cimentarsi nei generi più disparati senza deludere le aspettative. 

I suoi occhioni da giovane in cerca di lavoro e le sue argomentazioni intelligenti si trasformano in breve tempo: lo sguardo diventa inquietante, le parole oppressive, esagerate, minatorie. Dall'arte della contrattazione passa velocemente a quella del ricatto, ed il gioco funziona e può andare avanti solo finché è lui a dettarne le regole. 
Lo spettatore assiste inerme ed inquieto, così come i suoi compagni di viaggio. Una telecamera, uno scanner radio e la folle incoscienza della mente criminale, infatti, bastano per trasformarlo velocemente nello sciacallo del titolo: arriva prima degli altri colleghi, anche del veterano Joe Loder (Bill Paxton), è sempre in prima linea ed il più vicino all' "oggetto" del servizio. Un simile "talento" trova immediato riscontro in Nina (Rene Russo), che oltre ad offrirgli lavoro e proficue ricompense alimenta il suo già insano ego, e spazio di sopraffazione sull'innocente Rick (Riz Ahmed), una marionetta al suo servizio. 

La morte fa audience: che sia in diretta, indiretta, accidentale o causata, poco importa. L'importante è che ci sia sangue, e che venga trasmesso la mattina presto. Spiega Gillroy: "I telegiornali delle TV locali si approfittano delle persone instillando un senso pervasivo di pericolo”. Questo è quello che muove il film, questo quello che muove Lou Bloom e la sua brama di successo e potere. 

Dal trailer ci si aspettava un film più d'azione, un thriller veloce dalle caratteristiche più familiari e comuni, invece Lo sciacallo spiazza completamente lo spettatore che si trova davanti ad un film che è tutto e niente: inseguimenti e il montaggio televisivo concitato vanno di pari passo con primi piani introspettivi e sequenze più riflessive, l'ansia e la tensione vanno a braccetto con l'ironia e, in alcuni casi, i sorrisi suscitati dai dialoghi paradossali, a tratti non sense. 

Difficile, anzi difficilissimo, stilare un giudizio sul film, Possiamo, però, esser certi su alcuni punti fondamentali: l'originalità del soggetto e dei dialoghi e l'interpretazione veramente notevole del protagonista maschile sono sicuramente dei punti di forza da non sottovalutare.
Di sicuro merita di esser visto.

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