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lunedì 17 marzo 2014

"Un sogno fantastico" ad occhi aperti

di Gin Rodari

Non sempre sono i costumi, le scene o il teatro scelto come location dell'evento a decretare se uno spettacolo è valido oppure no, non sempre è imprescindibile avere nomi famosi in locandina o manifesti affissi in ogni dove per dare valore ad un'opera. Capita infatti, ogni tanto, di scovare dei piccoli gioielli che aspirano alla grandezza partendo dal basso, con la voglia, passione, serietà e determinazione di chi è agli inizi ma punta in alto, ben consapevole di pregi e difetti, limiti e possibilità.
Un sogno fantastico, regia di Simone Fraschetti, andato in scena ieri pomeriggio al Teatro Gianelli di Roma, è l'emblema di questo tipo di spettacolo: la giovane compagnia romana Danza 2000 ha permesso al pubblico di ridere e sognare con un musical da favola, estremamente adatto ai bambini ma assolutamente consigliato anche ai grandi, a cui strizza l'occhio con qualche battuta più audace. 
Tramite le avventure di Pinocchio (interpretato da Paolo Vannini, direttore artistico della Compagnia, coreografo e autore di alcune delle canzoni dello spettacolo) gli spettatori hanno avuto la possibilità di incontrare anche altri personaggi delle loro storie preferite (come Peter Pan e Belle, per esempio) e di sperimentare il valore dell'amore, dell'amicizia, dell'onestà e dei sogni. Chi smette di sognare, infatti,smette di vivere. Questo il messaggio dello spettacolo, ma anche il "motto morale" della compagnia che, senza una produzione alle spalle (e quindi con scene, effetti e costumi molto semplici) è riuscita a mettere in piedi uno spettacolo divertente e degno di essere visto e conosciuto: le canzoni, sia quelle edite e famose che quelle inedite scritte e arrangiate appositamente per lo spettacolo, sono coinvolgenti, gli attori genuini e credibili nella parte, il corpo di ballo ben assortito, grintoso e pieno di energia positiva che ad ogni movimento dal palco arriva direttamente in platea. 
Certo, lo abbiamo detto, qualche miglioria va effettuata, ma siamo sicuri che basterà una produzione, anche piccola, per fare il salto di qualità definitivo. E' necessario, infatti, che le canzoni siano live (non tutti i protagonisti sono in grado di sostenere i ritmi e le tonalità delle musiche utilizzate, mentre invece altri hanno prestato la propria voce in sede di registrazione) e che le scenografie siano leggermente arricchite, ma non troppo: l'idea di un sogno semplice, accessibile a tutti, un sogno prêt-à-porter dal sapore quasi artigianale di un prodotto hand made, è un valore aggiunto che lo spettacolo non deve perdere. 

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