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venerdì 14 marzo 2014

Con "Mr. Peabody e Sherman" è tutta un'altra storia!

di Emanuela Andreocci

Il cinema d'animazione, si sa, raggiunge vette di esilarante genialità che non sono minimamente immaginabili per i film tradizionali, inutile tentare di fornire esempi o cercare commedie brillanti come termine di paragone: le sceneggiature dei moderni cartoon sono miniere ricchissime, terreno più che fertile per le mille sfaccettature da far assumere ai personaggi e le infinite possibilità di parodia che ne derivano. 
Recentemente abbiamo lodato il coinvolgente The LEGO Movie, adesso è il turno di Mr. Peabody e Sherman. Quest'ultimo è certamente meno intrigante e divertente del primo, ma la DreamWorks comunque non delude le aspettative e offre un prodotto (regia di Rob Minkoff) che intrattiene piacevolmente e fa sorridere, partendo da un'idea originale tratta da una serie tv tra la fine degli anni '50 e l'inizio dei '60: Mr. Peabody e Sherman sono padre e figlio, solo che il primo... è un  cane! Intelligente, brillante, sorprendente e geniale ma pur sempre un cane. La cosa inizialmente sembra non presentare nessun problema (anzi lo spettatore si sorprende della naturalezza con cui un cane-padre accompagna il figlio a scuola in un mondo esclusivamente umano), ma poi, a causa di una piccola lite avvenuta a scuola tra il ragazzino e la sua compagna Penny, la situazione familiare "particolare" offre il fianco ad un pretesto dal sapore razzista per togliere il bambino al genitore. Mr. Peabody ha tutte le carte in regola per continuare a essere il padre di Sherman: lo ha trovato da piccolo per strada, ne ha chiesto e ottenuto l'affidamento in un'aula di tribunale e non intende assolutamente rinunciare a suo figlio. D'altronde se un bambino può adottare un cane, perchè un cane non può adottare un bambino?
E' merito/causa del Tornindietro (la macchina del tempo inventata da Mr. Peabody con cui Sherman "studia" storia e confuta fatti universalmente riconosciuti come accaduti) che comincia una rocambolesca avventura tra l'Antico Egitto e il Rinascimento Italiano. In questo viaggio attraverso secoli e mode, invenzioni e scoperte, al cospetto dei Faraoni e di Leonardo da Vinci (ma anche di Einstein, Agamennone e Maria Antonietta, solo per citarne alcuni) si rafforzerà il legame padre e figlio, con una rinnovata e confermata "profonda devozione" reciproca, e si instaurerà un rapporto nuovo e apparentemente inspiegabile tra i due compagni di scuola, nato da un battibecco in classe e sfociato poi in qualcosa di più profondo e duraturo.  
La genialità di cui abbiamo parlato e tessuto le lodi a inizio articolo è da individuare soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi: prima di tutto dal punto di vista estetico (basti pensare al piccolo Sherman trovato in fasce già con i suoi grandi occhiali neri - dimostrazione emblematica del fatto che a volte bastano piccoli e semplici dettagli per fare la differenza!), poi anche dal punto di vista caratteriale/storico (Mr. Peabody che intrattiene i genitori di Penny con un improvvisato concerto in cui è in grado di suonare tutti gli strumenti, anche quelli più impensabili; Maria Antonietta che "perde la testa" per i dolci; il padre della relatività che non riesce a fare il cubo di Rubik; una nuova versione in miniatura del cavallo di Troia che serve per entrare in quello più grande ideato da Ulisse per espugnare la città greca, e così via).
Con Mr. Peabody e Sherman viene offerto di fare un simpatico tuffo (anche in 3D) in un passato che tutti hanno studiato, ma che magari non ricordano con esattezza: con Mr. Peabody e Sherman è tutta un'altra storia!  

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