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giovedì 12 dicembre 2013

Tragicamente meravigliosa Philomena


di Emanuela Andreocci

Sarà per il tema trattato che tocca nel profondo, sarà per la bravura della protagonista Judi Dench, sarà per la sceneggiatura di Steve Coogan e la sapiente regia di Stephen Frears che Philomena ti entra nel cuore. Lo spettatore stabilisce fin da subito un'immediata empatia con la protagonista, avverte la sofferenza che si cela dietro ai suoi occhioni azzurri e allo stesso tempo la voglia di vivere e l'entusiasmo con cui continua, nonostante tutto, a guardare il mondo. 
Philomena Lee ha avuto una vita difficile, terribile perfino: ragazza madre nella bigotta Irlanda del 1952 in cui un avvenimento del genere era considerato un vergognoso peccato da espiare con la sofferenza di un parto senza antidolorifici, reclusa in un istituto di suore, autorizzata a vedere il bambino solo per un'ora al giorno e infine costretta a dirgli addio all'età di tre anni senza avere effettivamente la possibilità di salutarlo per l'ultima volta. Ma questo è solo l'inizio, questo è solo quello che apprendiamo dai tormentati flashback della protagonista che, cinquant'anni dopo il tragico avvenimento, decide di andare alla ricerca del figlio perduto e di raccontare al mondo la sua sofferenza. 
L'incontro casuale tra la figlia Jane (Anna Maxwell Martin) e Martin Sixsmith (giornalista e autore del libro Philomena interpretato dal cosceneggiatore e coproduttore Steve Coogan) segna l'inizio del viaggio di Philomena. Viaggio reale in quanto le ricerche portano l'uomo e l'anziana signora in America, viaggio interiore in quanto entrambi, ognuno a suo modo, effettueranno un percorso di crescita interiore: Philomena troverà riposta ad alcune delle sue domande e potrà finalmente smettere di tormentarsi, Martin scoprirà che c'è qualcosa che va oltre il semplice scoop e dovrà confrontarsi più volte con la donna riguardo gli argomenti più disparati, dalla colazione americana alla fede, dai romanzi rosa al dolore incontenibile di una madre a cui è stato sottratto il bene più prezioso. 
Il film oscilla seguendo gli umori dei protagonisti, si adagia perfettamente sui ricordi di Philomena e sul suo modo di vedere e di continuare a scoprire il mondo, alternando momenti profondamente toccanti ad altri che lasciano spazio al sorriso, sebbene sempre dolce amaro. 
Merita di essere visto, vissuto e gustato, proprio come Philomena ci insegna a fare con la vita.
Al cinema dal 19 dicembre.


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