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lunedì 30 dicembre 2013

"American Hustle": non solo apparenza (che inganna), ma anche molta sostanza!


di Emanuela Andreocci

Cinematograficamente parlando, il nuovo anno comincerà con i botti: il 1 gennaio 2014 infatti uscirà nelle sale italiane American Hustle - L'apparenza inganna, l'attesissimo film di David O. Russell. La trepidazione, neanche a dirlo, è dovuta alle forze messe in campo, un mix vincente di regia, sceneggiatura e tanta, tanta interpretazione: i magnifici cinque protagonisti della pellicola sono Christian Bale, Jennifer Lawrence, Amy Adams, Bradley Cooper e Jeremy Renner. I nomi parlano da soli, ma per dovere di cronaca è necessario ricordare che i primi due sono premi Oscar, vinti rispettivamente per le straordinarie interpretazioni di The fighter e Il lato positivo, entrambi di Russell. La posta in gioco e le aspettative al riguardo, inutile dirlo, sono estremamente alte, ma è bene non focalizzarsi troppo su quello che si vorrebbe vedere per non perdere il piacere di quello che il film realmente è ed offre. 
Russell, in quella che può considerarsi la conclusione di una trilogia, continua a indagare l'animo umano partendo da una storia che ha del vero: come la didascalia in apertura ci comunica, alcuni dei fatti narrati sono realmente avvenuti e riguardano lo scandalo Abscam. Lo scaltro truffatore Irving Rosenfeld (Christian Bale) e la sua seducente compagna di vita e "collega" Sydney Prosser (Amy Adams) sono costretti a lavorare per l'agente FBI Richie DiMaso (Bradley Cooper) in un mondo fatto di corruzione e giro di denaro. Tra i politici coinvolti troviamo Carmine Polito (Jeremy Renner), un buono che ha sempre agito per il bene dei suoi cittadini ma che comunque dovrà fare i conti con le sue azioni. Jennifer Lawrence, invece, è l'instabile Rosalyn Rosenfeld, moglie di Irving, la mina vagante del gruppo: le sue azioni, pur sembrando superficiali e di contorno, rischiano costantemente di compromettere tutto e tutti. 
Gli attori, dunque, prima di tutto: buona la performance della perennemente scollata Adams, ottime quelle di Renner e della Lawrence che non delude mai, magistrali quelle di Cooper e di Bale che eccelle su tutti. Monumentale in tutti i sensi, sia per la stazza (l'attore, si sa, ci ha abituati a cambiamenti fisici radicali), sia, ovviamente, per la bravura dimostrata grazie anche al regista che sa come valorizzare i suoi protagonisti per farli rendere al meglio. Potremmo soffermarci a lungo sull'interprete di Irving che a inizio film conquista e tiene la scena cercando di sistemarsi un improbabile quanto posticcio parrucchino: il personaggio di Bale è carismatico e in un modo tutto suo assolutamente charmant quanto quello di Cooper è imprevedibile e borderline. Buoni e cattivi non sono mai stati così vicini (o confusi).
Bisogna riconoscere a Russell anche l'ottimo uso di mezzi che potrebbero risultare scontati ma che invece donano al film elasticità, piacevolezza e brio: un minimo uso della costruzione a scatole cinesi (la storia d'amore con Sydney, l'incontro con Polito), il veloce riepilogo degli eventi fino al momento clou della truffa, il ricorrere della storia con morale che il capo di DiMaso cerca invano di raccontare e l'impiego di Robert De Niro in un riuscito cameo.
Inganni e truffe, dunque, nei confronti di se stessi e del prossimo, ma anche l'amore in tutte le sue forme: quello per un amico, quello finito per la propria donna, quello appena sbocciato e che bisogna coltivare costantemente per la persona che non si vuole perdere. 
"Raccontare la sofferenza e il dolore è facile." ha dichiarato il regista in sede di conferenza stampa a Roma "Io voglio andare oltre. Duke Ellington [altro protagonista del film, ndr] l'ha detto bene: voglio trascendere la categoria". Certamente è riuscito nel suo intento. 
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