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martedì 15 ottobre 2013

"Una piccola impresa meridionale": la briosa sinfonia firmata Rocco Papaleo


di Emanuela Andreocci

Quando lo spettatore esce dalla sala col sorriso, lo stesso che ha mantenuto durante tutto il film, vuol dire che il prodotto ha fatto centro: "La piccola impresa meridionale" di Rocco Papaleo, al cinema dal 17 ottobre, è promossa a pieni voti. Tratta dall' omonimo suo primo romanzo, in libreria dalla settimana scorsa, e sceneggiata insieme a Valter Lupo, la pellicola racconta l'"esilio" di Costantino (interpretato dallo stesso regista e autore) che, dismesse le vesti sacerdotali, è fortemente spinto dalla Mamma Stella (una severa Giuliana Lojodice nei panni di una donna di paese tutta d'un pezzo, rigida e bigotta) a isolarsi in un vecchio faro abbandonato, proprietà di famiglia. Ci troviamo al sud: il paese è piccolo e la gente mormora, Dio non voglia che si crei uno scandalo...! La signora, d'altronde, è già provata da un altro "fattaccio": sua figlia Rosa Maria (Claudia Potenza) ha improvvisamente abbandonato il marito Arturo (un convincente Riccardo Scamarcio) per scappare con un amante misterioso. 
L'esilio di quello che tutti continuano a chiamare "padre" Costantino, però, dura poco ed il malandato faro inizia a popolarsi ed animarsi. La prima ad arrivare è la ex top escort Magnolia (una scoppiettante Barbora Bobulova), sorella di Valbona (la badante di Mamma Stella interpretata da Sarah Felberbaum) e subito a seguire anche Arturo chiede asilo al fu sacerdote. Al trio già ben nutrito (riepiloghiamo: un ex prete, un ex prostituta ed un ex marito) si aggiungono gli improbabili membri della ancora più improbabile società a responsabilità limitatissima Meridionale Ristrutturazioni srls (nel ruolo di Raffaele, Mela e Gennaro detto Jennifer troviamo rispettivamente Giovanni e Mela Esposito e Giampiero Schiano).  
Dal piccolo intervento per riparare un'infiltrazione del tetto ai lavori di ristrutturazione del faro e delle vite dei protagonisti dell'impresa (tutti ne entrano a far parte) il passo è breve. Il film di Papaleo offre uno spaccato leggero e spensierato della vita nelle sue forme più variegate e del modo in cui i rapporti possono ricucirsi, basta rimboccarsi le maniche. Quello che in Basilicata coast to coast era rappresentato dal viaggio, in Una piccola impresa meridionale è costituito dal faro: non bisogna necessariamente muoversi per trovare qualcosa, ci si può anche fermare ad ammirare il mare, panorama obbligato ed immagine ricorrente e rasserenante di tutta la pellicola. 
La musica, come nel primo film, torna ad essere grande protagonista: persino la pioggia viene scandita in 5/4, il tempo del jazz. La colonna sonora contiene le felici composizioni di Rita Marcotulli e le canzoni di Rocco Papaleo (il sodalizio viene quindi confermato), le apprezzabili performance vocali di Scamarcio e della Bobulova ed il brano "Dove cadono i fulmini" della cantautrice pugliese Erica Mou. Reduce dai fasti sanremesi, troviamo con piacere il tormentone "Torna a casa foca". 
Interpreti scelti ad hoc che sorprendono gradevolmente, tempi comici precisi ed efficaci, stereotipi trattati con eleganza ed un accenno felliniano che non guasta: il film di Papaleo è così delicato e ben equilibrato che gli si può certamente perdonare qualche eccesso di retorica e ridondanza cui verso la fine tende. 
Una piccola stonatura, all'interno di una briosa sinfonia, è concessa. 

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