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martedì 8 ottobre 2013

"The Fosters": una serie accogliente

di Emanuela Andreocci

Bella sorpresa quella avuta con la prima puntata di The Fosters: la serie televisiva creata da Peter Paige e Bradley Bredeweg e trasmessa sul canale ABC Family da giugno 2013 è un teen drama  innovativo che affronta problemi importanti ed attuali in maniera attenta e delicata, senza rinunciare alle caratteristiche proprie del genere cui appartiene. I legami omosessuali, la convivenza di più credo e razze sotto lo stesso tetto, la violenza domestica e il triste destino dei minori lasciati allo sbando sono alcuni dei temi trattati dalla serie, ai quali poi vanno ad aggiungersi dinamiche lavorative e relazioni affettive più classiche e sempreverdi che non fanno mai male e certamente alleggeriscono il prodotto.
Già il titolo è indicativo di un'idea sicuramente efficace: si gioca infatti sul cognome della famiglia, i Foster per l'appunto, e il significato che tale parola ha in inglese. Qualsiasi accezione si scelga (come verbo significa "sostenere", "allevare", come aggettivo "adottivo" e come sostantivo "tutela"), si adatta perfettamente alla famiglia in questione, formata da "due mamme" diverse per carattere e origini (Stef Foster interpretata da Teri Polo e Lena Adams da Sherri Saum) alle prese con il loro lavoro (la prima è una poliziotta, la seconda un'insegnate) e con la loro famiglia allargata: Brandon, il figlio biologico che Stef ha avuto da Mike, Jesus e Mariana, due gemelli adottati e, infine, Callie, appena uscita dal riformatorio, e suo fratello Jude, sottratto alle grinfie di un padre violento. 
Il rapporto tra le due donne, al momento, tende all'assurdo per via dei loro comportamenti "da pubblicità Mulino Bianco" (cosa che in effetti stona con la frenesia della colazione in cucina e gli sguardi di iniziale diffidenza nei confronti dei nuovi arrivati da parte degli altri ragazzi, elementi certamente più verosimili): traboccano di comprensione e amore, dando l'idea di un imperante buonismo che però, nonostante sia assolutamente eccessivo, non stona né con la storia né con i problemi affrontati. 
A casa Foster le incomprensioni si superano con un bacio e si accoglie chiunque a braccia aperte, anche lo spettatore. 

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