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mercoledì 2 ottobre 2013

"Rush" non si vede, si vive.

Quando si esce da una proiezione con gli occhi lucidi, i brividi sulla schiena e l'adrenalina ancora in circolo, significa non solo che il film è pienamente riuscito, ma che si è di fronte  ad un capolavoro. Con Rush non è possibile utilizzare un termine diverso: il film di Ron Howard (premio Oscar per il toccante A Beautiful Mind) è un concentrato di tutto quello che ogni spettatore cerca andando al cinema, ed è proprio al cinema che merita di essere visto grazie alla fotografia prestigiosa e dettagliata di Anthony Dod Mantle (anche lui premio Oscar con The millionaire) che rende ogni particolare, dalle foglie a bordo pista alla pioggia che scende scrosciante, un'opera d'arte. 
La leggendaria rivalità tra i due piloti di Formula1 Niki Lauda (interpretato da Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth) ormai fa parte della storia e non è necessario soffermarsi sul gravissimo incidente che coinvolse il pilota austriaco portandolo ad un passo dalla morte e che gli lasciò il volto sfigurato. È necessario invece riflettere sul modo in cui tutto viene narrato: incontro dopo incontro, gara dopo gara, la sapiente regia di Ron Howard ci introduce sempre di più nella realtà e nel pensiero dei protagonisti, ci porta per mano a conoscere il loro modo di intendere sia la vita che la morte. Hunt corre per sentirsi vivo, Lauda perché non sa fare altro, il primo è  bello come un dio (non a caso l’attore che lo interpreta è lo stesso di Thor), un buon comunicatore, un viveur che sa come godersi la vita ma non i valori più importanti che la contraddistinguono, il secondo è un ragazzo normale (anche se viene definito “un topo” dal suo avversario), integerrimo, disciplinato ma allo stesso tempo borioso e sprezzante di tutto e tutti e quindi impopolare (o popolarmente antipatico). Sullo schermo viene quindi raccontata in maniera avvincente e toccante non solo la storia di due campioni, ma quella di due uomini e delle loro vite, così contrastanti eppure destinate a incontrarsi, scontrarsi e confrontarsi incessantemente, in pista e fuori.
Ciliegina sulla torta: la somiglianza fisica tra gli attori scelti per la parte ed i piloti che interpretano va al di là di ogni aspettativa.
Rush è un concentrato di emozioni, un film non da vedere ma da vivere.

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